In orbita!

In via del Pallone non se n’è accorto nessuno, per ora. Ma da lunedì all’Albergo c’è una rampa di lancio. Ci servirà per mandare in orbita un qualcosa che oggi non c’è: un satellite dove persone innovative possano immaginare e realizzare progetti e prodotti nuovi, capaci di cambiare in meglio la vita delle persone. Un luogo dove le cose accadono, where things happen.

Con un gruppo di persone stiamo lavorando per dare corpo all’idea. Lunedì sera ci siamo incontrati, informalmente. Speravamo di poter avviare una conversazione attorno alla possibilità di avere un posto in cui fare innovazione a Bologna, ora la conversazione c’è e coinvolge persone in carne ed ossa, una meglio dell’altra. Volevamo essere tanti e molto diversi: l’eterogeneità, effettivamente, era ai massimi. In vitro, abbiamo riprodotto un mini-hub dell’innovazione.

Cosa ci siamo detti: abbiamo detto 2-3 cose per inquadrare l’idea. Importare a Bologna un modello esistente di ‘fulcro’ dell’innovazione sociale risponde a un bisogno pressante di senso e coesione che in una fase critica come questa si stanno facendo urgentissime. Cambia il lavoro, cambia il modo di produrre, ci sono molte idee e voglia di fare in giro, manca un luogo speciale in cui fare accadere il cambiamento. In cui superare la fase di anomia in cui ci troviamo. La presentazione che abbiamo usato la trovate qua, nel post precedente.

Poi abbiamo discusso: l’idea di costruire uno spazio dove lavorare insieme e fare innovazione piace, in molti sostengono sia vero che ce n’è bisogno e – addirittura, in alcuni casi – di aver in passato già ipotizzato di cimentarsi nella progettazione; occorre riflettere sul perché non si sia ancora fatto, finora: ci sono caratteristiche del contesto locale che possono rendere non efficace una proposta come questa? L’importazione tout court del modello viene vista come interessante ma non vincolante: potrebbe essere utile avere uno spazio per l’innovazione sociale a Bologna non per forza ‘marcato’, salvo poi candidarlo al network internazionale di THE HUB (ad esempio) anche in un secondo momento, in fase di consolidamento. È importante che venga data la giusta importanza all’elemento imprenditoriale dell’iniziativa: deve reggersi sulle proprie gambe, il che significa che il modello di business dev’essere chiaro e, probabilmente, basato su un catalogo di servizi più vasto di quello che pare essere oggi previsto negli spazi THE HUB già attivati. Ci si chiede se valga la pena connotare lo spazio con un’idea forte, una mission molto spiccata con cui targare e ‘targettizzare’ le iniziative, almeno in una fase nascente. Da parte di tutti giunge un’adesione sostanziale all’idea e, nei modi che saranno individuati, anche alla sua realizzazione.

Da oggi, possiamo davvero cominciare a lavorare.

Il progetto si compone di alcune macro-aree di attività (che riporto sotto in ordine di comparizione), su cui quindi chi vorrà potrà dare una mano:

indagine di mercato. Si tratta di dimensionare la domanda pagante presunta sul territorio: quante sono le ‘altre forme di vita’ sul territorio?
Community management. Vanno coordinate le attività di comunicazione sui social network/blog/siti: serve coordinamento e strategia.
Ricerca dello spazio. L’attività core: su questo, abbiamo in queste ore stretto la partnership con impossibleliving – che punta a valorizzare la catena del valore degli immobili abbandonati – e lo studio di architettura ciclostile di Bologna. La caccia al posto è aperta. Per i segni particolari, ripassate la presentazione e aggiungeteci un dettaglio: dev’essere un posto grande, se non grandissimo.
Business plan/fund raising. Occorre capire come farlo stare in piedi: Quanto servirà come capitale di avvio? Quanto tempo servirà per ammortizzare l’invetimento? Chi o cosa farà l’investimento? Quali capitali potranno essere smobilitati? Come dare corpo a una strategia di crowd-funding/fund raising/sponsorship tecnica?
Progettazione architettonica dello spazio. Una volta che avremo il posto, sarà ora di progettarlo: come coinvolgere la comunità dei professionisti che potranno volercisi installare? Come importare le linee guida progettuali dei principali network internalizionali di co-working?
Progettazione del servizio /partnership/funzioni aggiuntive/servizi a catalogo. Quali servizi servono? Come deve essere strutturato il catalogo delle membership e delle funzioni che si insedieranno?

A presto per i prossimi passi.

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